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Welfare aziendale a sostegno del reddito

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Il broker assicurativo riveste un ruolo chiave nella progettazione e gestione dei piani di welfare aziendale

Il welfare aziendale si conferma una leva strategica sempre più centrale nelle politiche delle risorse umane e nella competitività delle imprese nel nostro Paese. Attraverso una sempre maggiore condivisione di strumenti e obiettivi, tra datori di lavoro, dipendenti, fornitori e istituzioni, il welfare vede crescere il proprio ruolo e l'efficacia sia nel sostegno al reddito sia nella fidelizzazione dei talenti. Vediamo qual è l'attuale diffusione di queste pratiche e quali le prospettive future, con un  focus su le coperture sanitarie ed assicurative, sempre più centrali nei piani welfare ben strutturati.


Welfare aziendale e fiscalità: i chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate


La Circolare 4/E emanata dall’Agenzia delle Entrate il 16 maggio 2025, ha fornito una serie di chiarimenti circa la fiscalità del welfare aziendale. La normativa ha introdotto due principali modifiche, entrambe finalizzate a sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti e a valorizzare il ruolo delle imprese nel benessere dei collaboratori.
La prima novità riguarda l’esenzione IRPEF per il rimborso dell’affitto (il cosiddetto "bonus fuori zona"): i datori di lavoro possono rimborsare ai dipendenti le spese per l’affitto e la manutenzione dell’alloggio preso in locazione, escludendo tali somme dal reddito imponibile fino a un massimo di 5.000 euro annui.

La seconda misura conferma e amplia il regime agevolato per i fringe benefit, con un doppio tetto massimo di esenzione: 1.000 euro per tutti i lavoratori e 2.000 euro per chi ha figli a carico. Questi benefici sono autonomi e cumulabili e possono riguardare anche la stessa tipologia di spesa, come i canoni di locazione.

La circolare chiarisce inoltre che le agevolazioni fiscali possono essere applicate solo ai familiari previsti dalla normativa aggiornata, ma i figli ultratrentenni fiscalmente a carico possono ancora beneficiare delle esenzioni, purché rientrino nei limiti di reddito stabiliti. Queste nuove regole impongono alle aziende una maggiore attenzione nella verifica delle condizioni reddituali dei familiari dei dipendenti per garantire l’accesso ai benefici fiscali.
Nel complesso, il quadro fiscale del 2025 rafforza il ruolo del welfare aziendale come strumento di sostegno al reddito e di attrattività per le imprese, offrendo maggiori margini di manovra per la personalizzazione dei piani di benefit e incentivando l’adozione di soluzioni innovative.
 

Il ruolo del broker assicurativo nel piano di welfare aziendale


Il broker assicurativo riveste un ruolo chiave nella progettazione, implementazione e gestione dei piani di welfare aziendale. Il broker agisce come consulente strategico, aiutando le aziende a individuare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze e a quelle dei dipendenti, garantendo la massima efficacia e sostenibilità del piano.
Tra i principali compiti del broker vi sono l’analisi dei bisogni della popolazione aziendale, la selezione dei migliori prodotti assicurativi presenti sul mercato e la negoziazione delle condizioni più vantaggiose. Il broker supporta inoltre l’azienda nella gestione amministrativa dei benefit, nell’adempimento degli obblighi normativi e nella comunicazione ai dipendenti, contribuendo a rendere il welfare un vero strumento di valore aggiunto.

L’integrazione di prodotti assicurativi nel welfare aziendale porta benefici concreti:

  • maggiore sicurezza e tranquillità per i lavoratori;
  • protezione economica in caso di eventi imprevisti;
  • possibilità di costruire una pensione integrativa;
  • accesso rapido a cure mediche.

Per le aziende, i vantaggi si traducono in:

  • miglioramento dell’employer branding;
  • maggiore attrattività per i talenti;
  • riduzione del turnover;
  • ottimizzazione dei costi grazie alle agevolazioni fiscali.

Si tratta dunque di scelte che portano benefici ampi, che coinvolgono l'intero ambiente aziendale e si diffondono anche al suo esterno.

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Welfare sanitario aziendale e benessere dei dipendenti


Il welfare sanitario aziendale rappresenta uno degli ambiti più dinamici e in crescita, come evidenziato dal 3° Rapporto del Ministero della Salute sui fondi sanitari integrativi. Negli ultimi anni, la spesa complessiva sostenuta da enti, casse e società di mutuo soccorso ha superato i 3 miliardi di euro, con un terzo delle risorse dedicate a prestazioni integrative rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
L’analisi dei dati mostra un costante aumento sia dei volumi di spesa sia del numero di iscritti ai fondi sanitari, a testimonianza di una crescente domanda di protezione sanitaria complementare rispetto al Servizio Sanitario Nazionale. Le prestazioni più richieste riguardano la prevenzione, la diagnostica, le cure specialistiche e la copertura delle spese non rimborsate dal SSN, oltre a servizi di assistenza per familiari non autosufficienti.

Il welfare sanitario aziendale si configura così come uno strumento fondamentale per il benessere dei dipendenti, contribuendo non solo alla tutela della salute ma anche alla riduzione dell’assenteismo e al miglioramento del clima aziendale. Le aziende che investono in coperture sanitarie integrative registrano infatti una maggiore soddisfazione e fidelizzazione dei lavoratori, oltre a benefici fiscali derivanti dalle agevolazioni previste dalla normativa vigente. Il rapporto sottolinea inoltre la necessità di monitorare costantemente l’efficacia dei fondi e di promuovere una maggiore trasparenza e qualità nelle prestazioni offerte.

 

Family Index: nasce l’indicatore per misurare l’impatto del welfare aziendale


Tra le novità del 2025, segnaliamo anche la nascita del Family Index, un nuovo indicatore sviluppato per misurare l’impatto delle politiche di welfare aziendale sul benessere delle famiglie e sulla natalità.
Promosso dalla Fondazione per la Natalità, dal Forum Nazionale delle Associazioni Familiari e dall’Osservatorio Ethos della Luiss, il Family Index rappresenta una delle risposte alla crisi demografica che interessa l’Italia e mira a favorire un welfare aziendale più inclusivo e sostenibile.

Il Family Index valuta una serie di parametri tra cui la flessibilità oraria, la presenza di congedi parentali, i servizi per l’infanzia, le politiche di reinserimento dopo la maternità e la parità di genere. L’obiettivo è promuovere una cultura d’impresa "family and natality friendly", capace di sostenere la genitorialità e di contrastare il calo demografico. Le aziende che aderiscono al Family Index possono misurare il proprio stato attuale e intraprendere un percorso di miglioramento continuo, rafforzando così la propria reputazione e la capacità di attrarre e trattenere talenti.

 

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