I rischi più percepiti dalle aziende: cyber, business interruption e catastrofi naturali
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L'Allianz Risk Barometer 2025 ha misurato il livello di rischio percepito dalle aziende a livello globale e locale, rilevando tre temi principali: la sicurezza informatica, la continuità del business, le tutele in caso di catastrofi naturali. Tematiche condivise sia a livello globale che nazionale, considerando i soli dati riferiti all'Italia. Vediamo quali sono le principali evidenze della ricerca.
Allianz Risk Barometer 2025: i 10 rischi aziendali più importanti a livello globale
Il 14° Allianz Risk Barometer raccoglie le opinioni sui rischi aziendali percepiti da 3.778 intervistati dislocati in 106 diversi Paesi. Le interviste sono state fatte nel corso dei mesi di ottobre e novembre 2024. Il sondaggio si è concentrato su aziende di grandi, piccole e medie dimensioni. Agli intervistati è stato chiesto di selezionare il settore di cui erano particolarmente esperti e di nominare fino a tre rischi che ritenevano più importanti.
Di seguito la top 10 dei rischi aziendali percepiti e la percentuale di rispondenti che li ha segnalati:
- Cyber incidents 38%
- Business interruption 31%
- Natural catastrophes 29%
- Changes in legislation and regulation 25%
- Climate change 19%
- Fire, explosion 17%
- Macroeconomic developments 15%
- Market developments 14%
- Political risks and violence 14%
- New technologies 10%
Con una percentuale di risposte più alta che mai, gli incidenti informatici consolidano la loro posizione come il rischio più importante, mentre l'impatto del rischio delle nuove tecnologie e degli sviluppi nell'intelligenza artificiale (IA) è la new entry nella top 10 dei rischi globali.
Strettamente interconnessa ai rischi cyber, troviamo l'interruzione dell'attività al secondo posto, appena davanti alle catastrofi naturali.
Le aziende devono dunque affrontare molte sfide, poiché i rischi legati al clima continuano ad aumentare e le implicazioni finanziarie diventeranno sempre più consistenti, che si tratti di gestire il rischio di transizione al cambiamento climatico, di costi crescenti derivanti dalla conformità normativa sulla prevenzione dei rischi climatici fisici o delle interruzioni operative causate da eventi meteorologici più estremi e delle conseguenze del degrado dell'ecosistema.
Vediamo nel dettaglio l'analisi proposta sui primi tre rischi più rilevanti a livello globale.
Rischi Cyber
Gli incidenti informatici, quali attacchi ransomware, violazioni dei dati e interruzioni IT, si confermano per il quarto anno consecutivo il principale rischio globale per il 2025, con il 38% delle risposte rispetto al 12% di dieci anni fa, quando occupavano solo l'ottavo posto.

Fonte: Allianz Risk Barometer 2025
Il rischio cyber primeggia in numerosi paesi, tra cui Australia, Francia, Germania, India, Italia, Portogallo e Regno Unito, e ha recentemente conquistato la prima posizione anche in Brasile, Colombia, Filippine, Marocco e Sudafrica. È inoltre il rischio principale per aziende di qualsiasi dimensione e per un ampio spettro di settori: dall'aviazione alla chimica, dall'intrattenimento ai servizi finanziari, dai media ai servizi professionali legali, tecnologici e delle telecomunicazioni.
Nel 2024, gli attacchi ransomware sono proseguiti, prendendo sempre più di mira dati sensibili per aumentare la pressione finanziaria sulle aziende. Il ransomware rimane la causa principale delle perdite assicurative in ambito informatico, rappresentando il 58% del valore delle grandi richieste di risarcimento (superiori a 1 milione di euro) nei primi sei mesi del 2024.
La crescente dipendenza dalla tecnologia e l'integrazione dell'intelligenza artificiale in un numero sempre maggiore di prodotti e servizi suggeriscono che il cyber rimarrà un rischio primario per le organizzazioni nel futuro. Questo rischio si interseca con molti altri fattori segnalati come prioritari nell'Allianz Risk Barometer: gli incidenti informatici sono la causa di interruzione delle attività più temuta dalle aziende e rappresentano il secondo rischio più grande in ambito ESG (ambientale, sociale e di governance) e sostenibilità, superato solo dalle sfide legate alla transizione climatica.
Strettamente correlato al cyber è l'impatto delle nuove tecnologie, che entra per la prima volta tra i primi 10 rischi globali per il 2025 (al 10° posto). Questo cambiamento è guidato dal rapido sviluppo e dall'applicazione dell'intelligenza artificiale, particolarmente accelerati dal lancio di ChatGPT di OpenAI, nel 2022, in poi. Sebbene l'AI prometta numerosi vantaggi in termini di efficienza e miglioramento dei processi, porta con sé anche nuovi rischi, riportando la categoria delle nuove tecnologie sul radar di molte aziende dopo cinque anni di assenza dalla top 10 globale.
L'opinione sull'impatto dell'AI appare ancora divergente: il 50% degli intervistati ritiene che apporti più vantaggi che rischi, il 35% la considera "né positiva né negativa", mentre il 15% sostiene che i rischi superino i vantaggi.
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Business Interruption
L'interruzione dell'attività si conferma uno dei rischi più significativi per le aziende, posizionandosi costantemente al primo o secondo posto negli ultimi dieci anni. Questa persistenza ai vertici riflette le gravi problematiche sulle catene di approvvigionamento verificatesi durante e dopo la pandemia.
Per il 2025, la business interruption (BI) emerge come il rischio principale nella regione Asia-Pacifico e in 12 paesi e territori, tra cui sette nuove aree (Austria, Cina, Hong Kong, Indonesia, Messico, Filippine e Svezia). Domina inoltre le preoccupazioni in 11 settori industriali, inclusi alimentare, beni di consumo, ospitalità, industria pesante, energia, trasporti e manifatturiero.
La Business Interruption è tipicamente conseguenza di eventi come catastrofi naturali, attacchi informatici, interruzioni tecnologiche, insolvenze o rischi politici quali conflitti o disordini civili. Secondo gli intervistati, gli incidenti informatici e le catastrofi naturali rappresentano le due esposizioni più temute, seguite da incendi, guasti ai macchinari e fallimenti dei fornitori.
La transizione digitale e l'efficienza sta compromettendo la resilienza delle catene di approvvigionamento. Oggi, un guasto o un'interruzione in qualsiasi segmento della supply chain tende a essere più grave, riducendo drasticamente i tempi di risposta.
Secondo un white paper di Circular Republic, in collaborazione con Porsche Consulting, Allianz e Agora Strategy, le interruzioni globali della catena di approvvigionamento si verificano mediamente ogni 1,4 anni, con una tendenza in aumento. Tali eventi causano danni economici significativi, oscillanti tra il 5% e il 10% dei costi dei prodotti, oltre a impatti aggiuntivi dovuti ai tempi di inattività.
Le gravi interruzioni delle spedizioni e dei trasporti sono percepite come un rischio più elevato nel 2025 rispetto agli anni precedenti, riflettendo le perturbazioni causate dagli Houthi dello Yemen nel Mar Rosso e le restrizioni sui transiti nel Canale di Panama dovute alla siccità. Considerando che il 90% del commercio globale avviene via mare, queste interruzioni possono avere conseguenze economiche sostanziali. Il blocco di sei giorni del Canale di Suez da parte della nave Ever Given nel 2021, ad esempio, è costato fino a 60 miliardi di dollari.
Catastrofi naturali
Il 2024, che si preannuncia come l'anno più caldo mai registrato e il primo in cui le temperature globali superano di 1,5°C i livelli preindustriali (1850-1900), ha visto una stagione degli uragani sopra la media. Eventi come gli uragani Helene e Milton negli Stati Uniti, la tempesta Boris in Europa, inondazioni diffuse in diversi paesi e il terremoto della penisola di Noto in Giappone hanno evidenziato come le catastrofi naturali rappresentino una minaccia significativa sia per le aziende globali che per il settore assicurativo. Secondo Swiss Re, le perdite economiche totali dovute alle sole catastrofi naturali hanno raggiunto i 310 miliardi di dollari nel 2024. Gli eventi meteorologici e climatici hanno costituito almeno il 95% delle perdite assicurate nei primi tre trimestri, per un totale di 103 miliardi di dollari.
In particolare, le tempeste convettive gravi (SCS), i cicloni tropicali e le inondazioni hanno rappresentato quasi il 90% di tutte le perdite assicurate globali e l'85% delle perdite economiche totali associate a pericoli naturali. Le SCS sono state il pericolo più costoso, generando perdite per 57 miliardi di dollari, di cui 51 miliardi solo negli Stati Uniti, segnando il secondo anno consecutivo in cui le perdite SCS statunitensi hanno superato la soglia dei 50 miliardi di dollari.
È significativo notare che durante il 2024 ogni continente ha sperimentato almeno un evento meteorologico o climatico estremo storicamente anomalo.
La top 10 dei rischi aziendali in Italia
L'appendice al report offre il dettaglio dell'analisi Paese per Paese, dunque è possibile osservare la composizione della top 10 dei rischi segnalati dagli intervistati italiani.

Fonte: Allianz Risk Barometer 2025
In linea con quanto segnalato a livello globale, i primi tre rischi riguardano gli incidenti informatici, le catastrofi naturali e le interruzioni di attività (con un'inversione degli ultimi due in termini di importanza).
Marco Vincenzi, Regional Managing Director Southern Europe di Allianz Commercial, osserva:
"I risultati del recente sondaggio riflettono in modo chiaro e inequivocabile le principali preoccupazioni delle nostre aziende nel contesto attuale e rafforzano quanto già emerso nel 2024. Le imprese, di qualsiasi dimensione, oggi più che mai, si trovano ad affrontare sfide complesse e dinamiche che spaziano dall’adozione e utilizzo di nuove tecnologie, alla gestione delle risorse umane, dovendosi adeguare a normative sempre più stringenti. A ciò si aggiunge la preoccupazione che eventi catastrofali possano interrompere la propria attività con un impatto economico potenzialmente significativo."
Delle sfide, che per essere affrontate in modo strategico necessitano dell'adozione degli strumenti utili a trasformare quelle che sono preoccupazioni in occasioni di analisi del proprio business e di creazione di opportunità di crescita oltre che di tutela. Dotarsi di un adeguato programma di gestione dei rischi, comunemente definito come Enterprise Risk Management (ERM), consente di affrontare le possibili criticità nel loro complesso, mettendo in sicurezza l'intero business.