Export e innovazione per crescere
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SACE Growth Map 2025
Le imprese italiane affrontano oggi un contesto globale incerto e in rapida evoluzione. La SACE Growth Map, nella sua edizione 2025, individua due leve fondamentali per aumentare competitività e adattabilità: innovazione ed export. Vediamo dunque quali sono le possibili traiettorie di crescita del nostro Paese in un contesto internazionale assolutamente fluido.
SACE Growth Map: le sfide delle imprese italiane
L'attuale scenario globale, caratterizzato da incertezza, velocità e cambiamento, pone sfide significative alla crescita delle imprese italiane. Gli equilibri geopolitici instabili, gli eventi climatici estremi e l'innovazione tecnologica dirompente richiedono una capacità di adattamento senza precedenti.
Nonostante queste difficoltà, le imprese italiane dimostrano notevole resilienza e competitività, come confermano i dati positivi su export e produttività. SACE ha identificato un "approccio SPARKLING" (Smart, Proactive, Agile, Revolutionary, Kinetic, Leader, Innovative, New, Green) per affrontare il contesto attuale.
Due sono le leve strategiche fondamentali individuate da SACE:
Innovazione
Essenziale per mantenere competitività, il concetto di innovazione include:
- investimenti in tecnologia e digitalizzazione per modernizzare i sistemi produttivi;
- ricerca, formazione e strumenti che potenziano la capacità innovativa;
- iniziative per la sostenibilità e l'adattamento ai rischi climatici.
L'innovazione è intrinsecamente sostenibile poiché mira all'efficientamento dei processi produttivi. Permette inoltre di adattare i propri prodotti a filiere diverse, diversificando il rischio e ampliando il business.
Attualmente in Italia un'azienda su tre investe in innovazione. SACE stima che servano 15 miliardi di euro aggiuntivi annui per allineare l'intensità innovativa italiana alla media dell'area euro. Esiste ancora un potenziale inespresso considerando che l'80% delle imprese italiane dichiara di partecipare a una sola filiera, limitando i benefici della diversificazione settoriale e geografica.
Export diversificato
L'export vale quasi un terzo del PIL italiano ed è stato il principale motore di crescita negli ultimi 15 anni. I vantaggi per le aziende esportatrici includono:
- opportunità di crescita in termini di volume d'affari;
- miglioramento della redditività;
- sviluppo del business attraverso il "learning by exporting";
- maggiore agilità e diversificazione del rischio.
L'Italia è già un leader globale nell'export, posizionandosi dopo Cina, Stati Uniti e Germania, ma davanti a Francia, Messico e Canada.
Per rafforzare ulteriormente questa posizione, SACE ha identificato 14 mercati strategici denominati GATE (Growing, Ambitious, Transforming, Entrepreneurial), tra cui Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Turchia, Vietnam, Singapore, Brasile, Messico e Colombia. Questi Paesi hanno importato 81 miliardi di euro di beni italiani lo scorso anno, con previsioni di superare gli 85 miliardi entro il 2026. In aggiunta, per una diversificazione ancora maggiore, vengono considerati anche i 14 Paesi africani inclusi nel Piano Mattei.
Export e Rischi Credito
In un contesto internazionale sempre più incerto, segnato dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente e dalla nuova politica commerciale USA, un'adeguata valutazione del rischio di credito è fondamentale per gestire positivamente il business e tutelarne l’equilibrio finanziario ed economico.
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L'innovazione come motore di crescita per le imprese italiane
L'innovazione rappresenta un elemento fondamentale per la competitività aziendale, indipendentemente dalle dimensioni dell'impresa.
Per massimizzarne l'efficacia è necessario sviluppare sinergie su due fronti:
- investimenti significativi da parte delle aziende;
- un contesto normativo-finanziario favorevole.
Sebbene i paesi nordeuropei mantengano la leadership nell'innovazione grazie a capitale umano qualificato, collaborazione tra imprese e solido supporto finanziario, l'Italia sta riducendo progressivamente il divario. Negli ultimi otto anni, il nostro Paese ha registrato una crescita superiore alla media UE (+18% contro +10%), posizionandosi come "innovatore moderato" con margini di miglioramento.

Fonte: SACE Growth Map 2025
I fattori chiave di questo progresso includono lo sviluppo infrastrutturale, in particolare della banda larga, e il rafforzamento della formazione professionale, nonostante persistano lacune nelle competenze digitali avanzate. Le PMI italiane hanno contribuito significativamente a questa crescita, superando la media europea nell'innovazione di prodotto e processo (+25% nell'ultimo triennio).
Un catalizzatore importante è rappresentato dal sistema delle filiere, dove la condivisione di risorse e competenze genera maggiore efficienza, qualità, internazionalizzazione e sostenibilità.
Gli effetti positivi dell'innovazione sono tangibili: secondo le elaborazioni SACE, le imprese innovative registrano una crescita del fatturato superiore di 1 punto percentuale rispetto alle altre. Un ulteriore punto percentuale si aggiunge quando collaborano in partnership per rafforzare la propria filiera. Inoltre, le aziende che innovano e investono in formazione hanno una probabilità maggiore del 15% di iniziare a esportare.
L'innovazione comporta anche benefici ambientali, reputazionali e occupazionali. La percentuale di occupati nelle imprese innovative italiane è maggiore rispetto alla media europea, con vantaggi in termini di sviluppo professionale e occupabilità.
Tuttavia, l'Italia presenta ancora criticità, posizionandosi sotto la media europea per investimenti in R&S nel settore privato, supporto pubblico alla ricerca, disponibilità di venture capital e formazione IT aziendale. Secondo SACE, servirebbero 15 miliardi di euro aggiuntivi annui per allineare l'intensità innovativa italiana alla media dell'eurozona (1,5% del PIL contro l'attuale 0,8%).
Il mercato IT italiano ha registrato una crescita del 7,2% nel 2023, raggiungendo 75,8 miliardi di euro, mentre la combinazione di transizione digitale e green può generare incrementi di produttività fino al 14%.
L'Innovation Intensity Index SACE evidenzia settori già all'avanguardia (farmaceutica, chimica) e altri con buon potenziale ma ancora poco sviluppati (alimentari, bevande). Le principali sfide riguardano non solo l'ambito tecnologico ed ESG, ma anche la disponibilità di finanziamenti e competenze, soprattutto nei settori a minore innovazione tecnologica come tessile, legno, alimentare e carta. Anche i settori già orientati alla R&S necessitano di continui investimenti per mantenere competitività in un mercato in rapida evoluzione.
Space, Blue e Circular Economy: opportunità strategiche per l'Italia
L'economia italiana trova in questi tre settori strategici con enormi potenzialità di crescita e sinergie fondamentali per la competitività del Paese.
1. Space Economy
La Space Economy italiana genera circa 3 miliardi di euro, con oltre 400 imprese (66% PMI, 27% startup) e un notevole effetto moltiplicatore: per ogni euro investito se ne creano 11, e per ogni posto di lavoro se ne generano 4 nuovi.
Il settore beneficia di tre vantaggi chiave:
- una rete di filiere interconnesse che garantisce aumenti costanti di produttività;
- una forte propensione all'innovazione e digitalizzazione;
- il supporto istituzionale di governo e UE.
Nonostante le potenzialità, permangono ritardi rispetto ai competitor internazionali, con un gap stimato di 10 miliardi di euro di investimenti privati necessari nei prossimi cinque anni. Per sostenere la crescita, soprattutto delle PMI e startup, occorre semplificare l'accesso al credito e mantenere l'alto standard formativo degli addetti.
2. Blue Economy
Questo settore comprende tutte le attività legate a mari e coste: pesca, acquacoltura, turismo, navigazione, porti, energia marina rinnovabile e altre. A livello globale, contribuisce per 1,5 trilioni di dollari annui all'economia mondiale, con previsioni di crescita a 3 trilioni di dollari entro il 2030.
In Italia, la Blue Economy:
- genera 64,6 miliardi di euro di valore aggiunto (3,7% dell'economia nazionale);
- conta quasi 230.000 imprese (+4,3% negli ultimi cinque anni);
- impiega oltre 1 milione di persone (+6,6% rispetto al 2021);
- presenta un'elevata presenza di imprenditoria giovanile (21.000 imprese, 9% del totale) e femminile (51.000 imprese, quasi il 25%).
Per ogni euro prodotto da questo settore, se ne attivano 1,8 nel resto dell'economia, per un totale di 113,7 miliardi. Particolarmente rilevanti sono i servizi di trasporto marittimo e la cantieristica, in cui l'Italia è leader mondiale e che sta vivendo importanti trasformazioni in chiave sostenibile.
3. Circular Economy
L'Italia è il paese leader europeo nell'economia circolare con un tasso di circolarità del 18,7%, superiore alla media UE (11,5%). Questo modello, basato su condivisione, riutilizzo, riparazione e riciclo, genera maggiore produttività e competitività, garantendo efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
L'approccio circolare coinvolge numerosi settori (agroalimentare, tessile, legno, arredo, cantieristica navale, distribuzione) e richiede:
- nuove strategie imprenditoriali;
- modifiche ai processi produttivi;
- investimenti in tecnologia, digitalizzazione e IA;
- formazione del personale;
- collaborazione tra imprese della filiera.
Nonostante l'Italia si distingua anche per investimenti privati nel settore, rimane ampio margine di miglioramento, specialmente per le imprese di piccole dimensioni che necessitano di maggiore accesso al credito e sviluppo di competenze specifiche.
Prospettive economiche globali e opportunità per l'export italiano 2025-2026
La crescita del PIL mondiale è prevista al 2,8% sia nel 2025 che nel 2026, con dinamiche differenziate: gli Stati Uniti mostrano robustezza, mentre l'Eurozona rimane debole, principalmente per la frenata di Germania e Francia. Questo divario porterà la BCE a tagliare i tassi d'interesse più rapidamente della Fed, favorendo le condizioni di credito per le imprese italiane.
Il cambio euro-dollaro, oscillando attorno alla parità, offre vantaggi competitivi all'export italiano, parzialmente controbilanciati dall'aumento dei costi delle materie prime denominate in dollari. Tra le economie emergenti, la Cina rallenta nonostante gli stimoli governativi, mentre altri mercati asiatici, in particolare l'India, trainano la crescita globale.
Dopo un biennio di stagnazione, le esportazioni italiane di beni torneranno a crescere: +3% nel 2025 e +2,4% nel 2026, sfiorando i 660 miliardi di euro. L'export di servizi crescerà del 5,5% nel 2025 e del 5,1% nel 2026.

Fonte: SACE Growth Map 2025
In un contesto europeo fragile, la domanda estera, specialmente extra-UE, rimarrà un driver fondamentale per l'economia italiana. L'elevata diversificazione dell'export italiano (4.409 prodotti contro i 4.399 della Germania) costituisce un vantaggio competitivo nei mercati internazionali, consentendo di mantenere una quota di mercato stabile intorno al 2,8%.
I Paesi GATE (Growing, Ambitious, Transforming, Entrepreneurial) rappresentano destinazioni prioritarie:
- Golfo. Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita offrono opportunità nei settori delle energie rinnovabili, infrastrutture, meccanica strumentale, agroalimentare, moda e design.
- Asia. India e Vietnam emergono come hub manifatturieri con piani ambiziosi per infrastrutture ed energie rinnovabili. Singapore si distingue per tecnologia, innovazione e lusso.
- America Latina. Messico e Brasile presentano opportunità nella manifattura avanzata e nella transizione energetica. La ratifica dell'accordo UE-Mercosur aprirà nuovi spazi commerciali.
- Europa. La Serbia rappresenta una porta d'accesso ai Balcani per meccanica strumentale, rinnovabili e agritech.
- Africa. Nel quadro del Piano Mattei, paesi come Algeria, Egitto, Marocco, Angola e Tanzania offrono opportunità nelle infrastrutture, energie rinnovabili, agroalimentare e meccanizzazione agricola.
Le principali opportunità per le imprese italiane riguardano:
- meccanica strumentale e automazione;
- energie rinnovabili (solare, eolico, idrogeno verde);
- infrastrutture sostenibili;
- agroalimentare e tecnologie agricole avanzate;
- moda, design e prodotti di lusso;
- tecnologie per la sostenibilità e l'economia circolare.
Nonostante le incertezze geopolitiche, le sanzioni USA e la debolezza di alcuni partner commerciali europei, l'export italiano mostra resilienza grazie alla sua diversificazione e alla capacità di adattarsi alle opportunità emergenti nei mercati globali.