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Smart working e benessere aziendale: il ruolo del welfare

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Il ruolo del welfare aziendale è ormai centrale perché si tratta di un plusvalore ampiamente riconosciuto tra i lavoratori.

In un mondo nuovo e complesso, è importante dare a lavoratori e imprese strumenti adeguati per offrire le migliori soluzioni che consentano di accrescere il benessere generale e attrarre e trattenere talenti. Questo intento porta a rivedere le iniziative di welfare aziendale in un'ottica più ampia fino alla realizzazione di un piano di corporate wellbeing.
Vediamo dunque qual è lo stato dell'arte e quali le prospettive future.

Smart working in crescita


Il 2024 si è aperto con la fine dello smart working così come lo abbiamo conosciuto nella fase emergenziale della crisi pandemica, quando lavorare da remoto era diventato imprescindibile per la sicurezza della popolazione.
La possibilità di fruirne riguardava ancora i lavoratori fragili e quelli con figli minori, ma il nuovo anno ha segnato nell'immediato la fine del lavoro da casa per chi opera nella Pubblica Amministrazione e ha dei figli, mentre resta ancora possibile per chi ha uno stato di salute fragile.
Più tempo per i lavoratori del settore privato, che vedono la fine del lavoro da remoto per entrambe le categorie (fragili e soggetti con figli minori di 14 anni) fissata al 31 marzo 2024.
Ma attenzione! Resta sia per il settore pubblico sia per quello privato, la possibilità per i datori di lavoro di decidere di istituire lo smart working nel rispetto della normativa ordinaria, approvata in epoca pre Covid, con la Legge 81/2017.

A confermare che molte saranno le aziende ad attrezzarsi in tal senso, i dati in crescita dello smart working rilevati dall’osservatorio del Politecnico di Milano ad esso dedicato, con ancora 3,6 milioni di lavoratori da remoto in Italia e numeri del 2023 che sono inequivocabili: nell'anno appena trascorso i lavoratori da remoto in Italia sono  crescita rispetto al 2022, segnando un +541% rispetto a quanto avveniva prima della pandemia. L'Osservatorio, inoltre, prevede per l'anno in corso una crescita ulteriore (a dispetto della fine delle previsioni emergenziali) nelle grandi imprese come pure nelle PMI, rimarcando ormai la diffusa necessità di offrire ai propri dipendenti questa opzione.

Ecco che passare alla gestione istituzionalizzata di questo beneficio può diventare un vantaggio competitivo delle imprese e delle istituzioni, nell'opera di attrarre i migliori talenti e di trattenerli. Lo smart working può entrare a pieno titolo in un più ampio piano di benessere aziendale, che può fare la differenza in termini di competitività nel settore in cui si opera.
 

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