Crediti commerciali ed export: per le imprese policrisi e resilienza
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Aumento del 9% del rischio di insolvenza a livello globale per l’anno in corso
Il rischio di insolvenza dei crediti commerciali risulta essere fra le principali preoccupazioni per le imprese, che, tra le iniziative per mitigarne gli effetti, ricorrono al mercato assicurativo.
E' quanto emerge dall'Allianz Trade Global Survey 2024, che fornisce un quadro del presente e delle aspettative future dal punto di vista di oltre 3.000 esportatori stabiliti in Cina, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.
Operatori che lavorano sui mercati internazionali e che da anni ormai si ritrovano ad operare in un contesto di policrisi che richiede una costante attività di adattamento per proseguire lungo il sentiero dello sviluppo, nonostante il contesto sempre più complesso.
Crediti commerciali ed export: lavorare in un contesto di incertezza permanente
Pandemia, guerra in Ucraina, crisi delle catene globali di approvvigionamento, aumento dei costi dell'energia, inflazione, aumento dei tassi di interesse, guerra e instabilità in Medio Oriente. La popolazione mondiale, e di conseguenza anche imprese e oreganizzazioni, è ormai immersa in uno scenario di policrisi, un sussegursi e concatenarsi di eventi critici che rappresentano la nuova normalità a cui adattarsi e nella quale continuare ad operare.
In questo contesto, il titolo scelto per l'Allianz Trade Global Survey 2024 è emblematico: "Protectionism Mithriadatism". Ovvero una combinazione inscindibile di protezionismo e adattamento dovuto all'esposizione in piccole dosi ai rischi generati dalle crisi che si susseguono.
Un report che vede il coinvolgimento di oltre 3.000 esportatori stabiliti in Cina, Francia, Germania, Italia, Polonia , Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.
In linea generale le imprese si dichiarano ottimiste per il 2024, con l'82% che dichiara di aspettarsi un aumento delle esportazioni nel corso dell'anno, soprattutto nei settori legati ai consumi come la vendita al dettaglio, gli elettrodomestici, i computer e le telecomunicazioni. Quasi il 40% delle imprese prevede nel 2024 un aumento significativo del fatturato (oltre il +5%).
Françoise Huang, Senior Economist global Trade di Allianz Trade, dichiara: "Dopo oltre un anno di recessione, gli esportatori si aspettano ora una ripresa, nella seconda metà del 2024, dal momento che la ricostituzione delle scorte di prodotti finiti sta accelerando, così come la domanda globale. Questo determinerà anche un aumento dei prezzi e un incremento della reflazione: a livello globale, 8 azienda su 10 prevedono un aumento dei prezzi per l'esportazione nel 2024, che supporterà, quindi, il fatturato di quest'ultime. Le nostre previsioni sono più prudenti: stimiamo un aumento del commercio globale intorno al 2,8% nel 2024 in termini di valore, dopo una contrazione del -2,9% nel 2023. Si tratta di un dato significativamente inferiore alla media nel lungo periodo del +5%, che riflette il rischio di interruzioni del trasporto marittimo globale, come la crisi del Mar Rosso e l'aumento del protezionismo."
Gli analisti, dunque, anche alla luce di previsioni e poi dati consuntivi del 2023, attribuiscono alle imprese un eccessivo ottimismo e ne mitigano le aspettative. Tuttavia riconoscono la forte capacità di adattamento dell'economia globale, attraverso la messa in campo di risorse variegate tra le quali emerge un nuovo corso protezionistico.
Rischio di insolvenza: la principale preoccupazione degli esportatori
Ma l'ottimismo degli esportatori non è libero da preoccupazioni circa i rischi che possono minare lo sviluppo del commercio internazionale.
Tra i timori più presenti troviamo:
- rischi geopolitici;
- carenza di fattori produttivi/manodopera;
- questioni concernenti il finanziamento;
- rischio del mancato pagamento dei propri crediti.
Quest'ultima resta fra le principali preoccupazioni delle imprese interpellate.
A livello globale quasi il 70% delle aziende viene pagato tra i 30 e i 70 giorni, mentre soltanto l'11% entro i 30 giorni, con un dato leggermente più elevato nel Regno Unito, Francia e Stati Uniti rispetto agli altri Paesi. Tuttavia, considerando un contesto di minore crescita, perturbazioni degli scambi commerciali e incertezza geopolitica, il 42% delle imprese stima che questi termini di pagamento delle esportazioni siano più lunghi nei prossimi sei-dodici mesi, il che potrebbe generare delle problematiche sui flussi di cassa.
Il 40% degli intervistati, inoltre, prevede per il 2024 che il rischio di mancato pagamento sia in crescita. Allianz Trade, in linea con quanto espresso dagli intervistati, prevede un incremento delle insolvenze aziendali a livello globale del +9% per l’anno in corso.
Catene di approvvigionamento e gestione dei rischi
Indagando i principali rischi percepiti come minaccia per i siti di produzione e le catene di approvvigionamento all’estero, le aziende citano nell'ordine:
- questioni legate al modo in cui sono strutturate le catene di approvvigionamento, come la complessità, la concentrazione o la concorrenza;
- rischi legati alla geopolitica, alla politica e al protezionismo;
- rischi ESG.
Dunque le catene di approvvigionamento hanno acquisito un ruolo centrale nelle strategie da attivare per adattarsi agli scenari di policrisi in cui si opera.
Il 53% degli intervistati dichiara di prendere in considerazione la possibilità di trasferire parti della propria catena di approvvigionamento a causa dei crescenti rischi geopolitici, tuttavia chi sta effettivamente compiendo passi concreti in questa direzione risulta essere numericamente inferiore. Infatti il trasferimento dei siti produttivi non figura tra le prime tre azioni su dieci proposte per mitigare le interruzioni della catena di approvvigionamento (ad eccezione del caso degli esportatori spagnoli e tedeschi).
Inoltre, sebbene se ne parli sempre più di frequente, neo fatti non è in atto un decoupling completo dalla Cina. Più di un terzo delle aziende prevede di aumentare la propria presenza nel paese, mentre solo l’11% ha dichiarato di volerla ridurre. Tra coloro che hanno indicato di voler trovare alternative alla Cina, la percentuale più alta di intervistati ha citato come regione preferita l’Asia-Pacifico (37%), seguita dall’Europa occidentale (17%). Nella zona Asia-Pacifico, l’ASEAN raccoglie più di un terzo delle scelte, mentre, la restante quota è ripartita in parti uguali tra Giappone, India, Taiwan, Corea del Sud e Australia.
Al fine di mitigare i danni derivanti dalle ormai note interruzioni delle catene di approvvigionamento, le imprese si stanno attivando principalmente su tre fronti:
- migliorando la gestione dei rischi associati;
- aumentando la due diligence ESG sui fornitori;
- acquistando assicurazioni sulla catena di approvvigionamento.
Crediti commerciali e catene di approvvigionamento: il ruolo del broker assicurativo
In un contesto come quello delineato dall'Allianz Trade Global Survey 2024, per le imprese diviene fondamentale il ruolo del broker assicurativo, fin dall'analisi preliminare e dalla mappatura dei rischi potenziali in termini di crediti commerciali e di logistica.
Per quanto concerne i crediti commerciali, affidarsi al supporto assicurativo e consulenziale di un broker assicurativo comporta l'accesso ad un sistema integrato di servizi e coperture assicurative che affianca l’impresa nelle fasi di gestione del credito e protegge sia il cash flow attuale e futuro, sia gli utili.
Tra i principali vantaggi troviamo:
- prevenzione del rischio di insolvenza grazie all’attenta selezione della clientela e protezione dell’impresa dalle perdite sui crediti;
- crescita dell’attività attraverso l'ampliamento del parco clienti;
- attento monitoraggio del portafoglio clienti;
- eliminazione della necessità di garanzie aggiuntive;
- miglioramento della qualità dei crediti a bilancio e, quindi, del capitale circolante;
- accelerazione del processo di incasso e recupero del credito e riduzione dei fondi di svalutazione.
La polizza crediti tradizionale, poi, si integra e supporta l’intero processo di gestione del credito e consente all’azienda assicurata di beneficiare di tre servizi, diversi tra loro, nell’ambito dello stesso contratto
- valutazione preventiva dei debitori;
- assicurazione dell’insolvenza;
- recupero dei crediti.
Dunque la copertura assicurativa è una parte di un approccio assolutamente integrato e ritagliato sulle esigenze delle aziende.
Per la tutela delle catene di approvvigionamento, infine, Howden offre servizi consulenziali e assicurativi rivolti specificamente a chi trasporta merci, ne organizza la movimentazione, le acquista o le vende.
Il ruolo del broker qui è doppiamente prezioso e imprescindibile, dal momento che il ramo trasporti è caratterizzato da un quadro normativo specifico, in cui "gli usi e le consuetudini" sono centrali.