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Logistica 2023: tra sanzioni e nuovi corridoi

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L'edizione 2022 della Survey "Corridoi ed efficienza logistica dei territori" mostra i temi caldi della logistica per le imprese italiane. Guerra e sanzioni che colpiscono la supply chain, i fenomeni di reshoring e outsourcing, i corridoi logistici e lo scarso uso dell'intermodalità, la sostenibilità e la digitalizzazione. Un ambito in continua evoluzione e trasformazione, quello della logistica, che necessità di adeguate coperture assicurative per limitare le possibili perdite nella delicata fase del trasporto.

Logistica: quali sfide per il 2023?

Con la quinta edizione della Survey "Corridoi ed efficienza logistica dei territori" promossa da Contship Italia e SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), si indagano gli elementi di rilievo sulla logistica per le imprese italiane. A tal fine sono state coinvolte 400 aziende manifatturiere del Belpaese che esportano e/o importano via mare, utilizzando container, e localizzate in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, tre regioni che rappresentano:

  • circa il 40% del PIL del Paese;
  • il 53% del commercio estero italiano;
  • una quota significativa del proprio commercio avviene via mare (31% per la Lombardia, 38% per il Veneto e 39% per l’Emilia Romagna).

La ricerca conferma alcune tendenze, come crescita nelle aziende intervistate dell’attenzione sui temi della sostenibilità e della logistica, mentre si rilevano alcune inversioni di tendenza, quali il calo del ricorso alla resa Ex Works (o Franco Fabbrica) in export. Si tratta del termine di resa che pone a carico del venditore l'unica obbligazione di mettere a disposizione dell'acquirente i beni nel luogo concordato, fornendo i documenti necessari al trasporto e all'esportazione.
L’intermodalità resta poi una questione cruciale da risolvere per due motivi:

  • sostenibilità della logistica;
  • competitività di logistica e manifattura italiana.

Inoltre alle peculiarità distrettuali è necessario rispondere attraverso interventi e investimenti per l’evoluzione del sistema logistico.

Guerra, supply chain e sanzioni

Il conflitto russo-ucraino ha avuto notevoli ripercussioni sulle supply chain delle aziende italiane. Il 42% delle imprese intervistate dichiara di aver affrontato criticità nella catena logistica proprio a causa della guerra alle porte dell'Europa:

  • in tutte le fasi della supply chain (26%);
  • solo in import (11%);
  • solo in export (5%).

Problematiche che la maggioranza delle imprese ha faticato ad affrontare a causa dell'impreparazione. In particolare:

  • il 42% dichiara di non aver ancora trovato una soluzione adatta;
  • il 21% delle imprese si sta adoperando a trovare una copertura assicurativa;
  • il 19% si sta rivolgendo ad operatori logistici strutturati ad affrontare suddette criticità;
  • il 16% sta lavorando ad una diversificazione delle materie prime in import e dei prodotti in export.

Circa il conflitto in atto e le vendite Ex Works (Franco Fabbrica), nel corso del convegno "Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry", Zeno Poggi, presidente Awos, lancia l'allarme sanzioni:
"le aziende italiane rischiano di non sapere dove va a finire un carico. E per questo a Malpensa è già stato sanzionato un trasporto aereo. La questione è delicata e non riguarda solo la Russia perché fra i paesi oggetto di sanzioni ci sono anche Bielorussia, Iran, Afghanistan, Serbia, una provincia della Cina e il Venezuela. [...] Sono 250 i soggetti sanzionati in Italia fra cui molte imprese e navi."

Reshoring e outsurcing: come cambia la logistica

Un elemento da tenere poi ben presente, è il fenomeno del reshoring, con l’11% delle
imprese con sedi all’estero che ha già pianificato o dichiara di avere intenzione di riavvicinare in tutto o in parte la propria produzione delocalizzata. Di seguito le motivazioni che portano a rilocalizzare la produzione:

  • il 38% intende ottenere una maggiore autonomia produttiva a vantaggio della resilienza;
  • il 37% vuole migliorare la qualità dei prodotti per puntare alle fasce alte di mercato;
  • il 25% punta a conseguire un considerevole efficientamento produttivo.

Cresce inoltre il numero di imprese che affida la logistica in outsourcing, che nelle operazioni di export è aumentato dal 66% del 2022 al 77% . Stesso discorso anche per l'import, con l’82% delle imprese che affida in outsourcing la logistica contro il 66% del 2022. Nel dettaglio:

  • il 58% delle imprese utilizza prevalentemente le case di spedizione;
  • il 20% le compagnie marittime;
  • il 10% autotrasportatori di fiducia;
  • l’8% si rivolge ad aziende di trasporto multimodale.

A confermare il trend della terziarizzazione anche i dati dell’Osservatorio Contract Logistics 2022. Secondo le stime, il mercato della Logistica conto terzi raggiungerà in Italia quota 91,8 miliardi di euro a fine 2022 (+2,8% sull’anno precedente), dopo un 2020 in cui ha risentito meno di altri settori delle prime ondate Covid e un 2021 di forte ripresa dei volumi.

Corridoi logistici portuali: il nodo del trasporto intermodale


Per quanto concerne i corridoi logistici portuali, nella gestione della tratta azienda-porto il trasporto
intermodale resta poco utilizzato nelle Regioni analizzate nella survey. Sul fronte dell'export, solo il 2% delle imprese utilizza la combinazione strada-ferro, un crollo considerando il dato medio del periodo 2019-2022, pari al 13%. Trend in netto calo anche per l'import, con la modalità strada-ferro utilizzata soltanto dal 5%, mentre la media 2019-2022  è pari al 16%.
Per quanto riguarda i porti utilizzati per l'export, Genova resta quello di maggior traffico, poiché è tra le prime due preferenze per il 76% delle imprese (dato medio del periodo 2018-2022). Seguono Venezia (24%) e La Spezia (21%). Scalo ligure in cima alle opzioni anche in caso di import (66% delle imprese). Se consideriamo
la media 2019-2022, Genova resta primo (74%), seguito da Venezia (20%), Ravenna (18%) e da
La Spezia (12%).
Dove vanno le merci italiane che transitano via mare? Il 40% delle aziende intervistate si rivolge ai mercati europei (Spagna e Regno Unito in testa), il 37% esporta in Asia (soprattutto in Turchia e in Cina), mentre il 32% delle imprese esporta in Nord America (23% negli Stati Uniti).
Mentre materie prime, semilavorati e prodotti in arrivo via mare nel Belpaese, provengono per il 66% da un mercato asiatico, con Cina e India indicate tra le prime due opzioni, mentre il 16% giunge dall’Europa (anche in questo caso soprattutto Spagna e Regno Unito) e il 14% arriva dal Nord America, in particolare dagli Stati Uniti.


Sostenibilità: un fattore in crescita sia per la domanda sia per l'offerta


La sostenibilità, come più volte rilevato anche su queste pagine, sta diventando parte integrante nella strategia delle imprese.
L’81% delle imprese intervistate include la sostenibilità all’interno della propria governance (nel 2021 era soltanto il 35%), con picchi di oltre il 90% in Lombardia ed Emilia Romagna, mentre il 57% lo fa da addirittura da quando l’impresa in oggetto è stata fondata.
Il 70% delle imprese dichiara inoltre che i propri clienti attribuiscono un valore alto o molto alto alla sostenibilità ambientale (era il 54% nel 2021), con l’Emilia Romagna in prima linea (76%), seguita da Veneto (69%) e Lombardia (66%). Il dato poi sale all’87% nella prospettiva dei prossimi due anni.
A crescere sono sia l’offerta che la domanda di sostenibilità, che mediamente nel periodo 2019-2021 e pari al:

  • 26% delle aziende considera la sostenibilità una variabile strategica (16% nel 2019);
  • 36% delle di aziende percepisce i propri clienti come fortemente sensibili al tema (18% nel 2019).

Digitalizzazione: un ruolo sempre più centrale


Per il 61% delle imprese intervistate, la digitalizzazione è fondamentale per la supply chain. E se consideriamo quelle che la ritengono mediamente importante, il dato sale a quasi la totalità del campione e tale percentuale arriva a coprire quasi tutto il campione (98%) se aggiungiamo quelle che ritengono sia mediamente importante.

A motivare principalmente le imprese a investire in digitalizzazione sono:

  • la possibilità di migliorare l’efficienza e presidiare tutte le fasi dei processi (56%);
  • la qualità dei propri servizi (55%).

Per quanto riguarda le criticità circa i sevizi digitali:

  • il 31% delle imprese chiede un servizio fruibile per sé e i propri clienti;
  • il 30% la possibilità di abbassare i costi di trasporto.

Dalla Survey emerge che il 62% delle imprese già utilizza o è intenzionata ad utilizzare piattaforme digitali nella gestione della logistica per l'export, 59% per l'import. La digitalizzazione inizia ad affacciarsi in modo molto deciso nei processi logistici del nostro Paese.
Emilio Moretti, Ricercatore dell’Osservatorio Contract Logistics, afferma:
"La Logistica 4.0 in questi anni è diventata sempre più pervasiva nelle realtà aziendali e presenta oggi tecnologie mature per una diffusione su larga scala, ma per creare davvero valore le aziende devono combinare l’utilizzo dei tre pilastri del paradigma 4.0, Automation, Digitization e Analytics, con la trasformazione contestuale dei processi. Notiamo una maggiore diffusione delle tecnologie di Automation e Digitization, mentre il ricorso a quelle di Analytics spesso è successiva alla riprogettazione del processo. In questo percorso, è fondamentale prestare attenzione all’integrazione tra i diversi sistemi informativi e le tecnologie, sviluppare una strategia aziendale organica e sempre più human-centric e sviluppare la collaborazione di filiera e con i fornitori di tecnologia."


La logistica nel 2023: il ruolo del broker


Nuove sfide, nuove opportunità, nuovi paradigmi. Ecco che le aziende devono dotarsi di strumenti innovativi per la gestione della logistica a 360 gradi. Sostenibilità, digitalizzazione, intermodalità, conflitti e relativo rischio di subire sanzioni, richiedono l'intervento di professionalità elevatissime ed interdisciplinari anche sul fronte assicurativo, per rispondere alle necessità delle imprese, analizzando tutti i possibili rischi al fine di limitare e mitigare i danni potenziali.
Ecco perché un broker assicurativo specializzato è fondamentale, anche e soprattutto per le PMI, per garantire la continuità del business attraverso consulenza, analisi dei rischi e gestione delle coperture assicurative, identificando le compagnie assicurative più adatte, lavorando a polizze su misura per il cliente, gestendo i sinistri in autonomia e con un costante aggiornamento e affiancamento al cliente, fino alla diretta liquidazione del danno anche mediante le settlement authority ottenute da primari assicuratori.